“Way finding” significa letteralmente “trovare la via”, ma questa espressione sta ad indicare molto più che un semplice sistema di segnaletica.
Il termine è stato usato la prima volta negli anni ’60 dall’architetto americano Kevin Lynch, che nel suo libro “L’immagine della città” indaga su come le immagini ambientali influiscano sulla vita delle persone.
Di fatto, ci si orienta attraverso mappe mentali che corrispondono a immagini dell’ambiente. Le immagini ambientali devono essere abbastanza chiare per potersi trasformare in immagini mentali; è qui che il way finding può fare la differenza.
Spazi dove è facile orientarsi
Per favorire l’orientamento e la fruibilità, gli spazi devono essere prima di tutto facilmente leggibili, cioè dotati di una coerenza interna che renda facile capire come sono organizzati. È importante anche che i vari elementi dello spazio (stanze, porte, vie d’uscita…) siano facili da identificare per chi si muove nell’ambiente.
Questo significa che per progettare un luogo fruibile è necessario mettere al centro le persone e le loro esigenze: non sono le persone a doversi adattare agli spazi, ma gli spazi a dover essere progettati intorno alle persone.
In effetti, non esiste il modo ideale per organizzare la comunicazione visiva all’interno di uno spazio: anche l’organizzazione apparentemente più razionale, infatti, può essere in realtà poco funzionale rispetto a un certo tipo di utenza.
È facile comprendere che spazi pensati per una persona adulta che cammina autonomamente, ci vede bene e non ha problemi cognitivi potrebbero non essere adatte a persone in condizioni diverse.
Chi si muove in sedia a rotelle, per esempio, può avere difficoltà a vedere indicazioni poste molto in alto sulle pareti; una persona ipovedente faticherà a leggere scritte con caratteri poco chiari; un bambino oppure un anziano con un decadimento cognitivo troverà incomprensibili simboli troppo elaborati.
Progettazione su misura
Insomma, non esiste una regola generale: per progettare uno spazio davvero confortevole bisogna partire dallo studio delle caratteristiche e delle esigenze delle persone che lo abiteranno.
Quando si progetta un nuovo spazio da zero, con una consulenza adeguata è possibile costruire il tutto nel migliore dei modi. Molto si può fare, però, anche nella riprogettazione di spazi già esistenti: targhe con scritte, cartelli con simboli e un uso sapiente dei colori possono modificare radicalmente la percezione di qualsiasi luogo e l’esperienza della sua fruizione.